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Morbo di Crohn: sintomi e cure

Il Morbo di Crohn è una patologia dell’intestino di cause ancora ignote, che può colpire qualsiasi parte del percorso alimentare, dalla bocca all’ano.

Esso ha alcune caratteristiche: può colpire la parte Gastro intestinale, si possono formare stenosi e/o fistole e sono presenti recidive anche dopo l’intervento chirurgico. Le lesioni, di solito, interessano la regione ileo-colon e la zona colon-retto. In alcuni casi può essere colpita la parte superiore dell’intestino – stomaco, esofago, digiuno e duodeno.

I sintomi del Morbo di Crohn si dividono in iniziali e principali, cioè quelli che fanno diagnosticare il Morbo.

Quelli iniziali, che in un certo qual modo precedono la manifestazione della malattia, possono essere la diarrea cronica, il dolore addominale, l’occlusione, l’esordio “tipo appendicite” e fistole perianali.

I sintomi principali, invece, sono dolore e conseguente distensione addominale, diarrea cronica periodica, retto ragia e/o tenesmo, febbricola, calo ponderale, massa nell’addome, anemia e complicazioni – ascessi, ostruzioni, emorragie, fistole.

Il tempo fra l’inizio della patologia e la diagnosi del Morbo di Crohn è particolarmente lungo, potendo giungere anche a quattro anni. I sintomi del Morbo di Crohn sono individuali e la presenza concomitante di questi sintomi, con carattere cronico, sono i punti di riferimento per la diagnosi del Morbo, con l’eccezione di fistole e/o sintomi extra intestinali nel paziente con diarrea cronica e dolore ricorrente all’addome. È indispensabile, nel Morbo di Crohn, che la diagnosi prenda in considerazione la sede, il tipo di lesione e la superficie della malattia. Ai fini di una corretta diagnosi del Morbo di Crohn, vanno fatti esami endoscopici, radiologici e istologici.

Negli esami ematochimici possono prevalere anomalie che dipendono dal malassorbimento, come anemia ipocromica, ipocolesterolemia e ipotrigliceridemia, alterazioni dovute alla diarrea e leucocitosi. Inoltre, sono utili anche successivi esami, come quello chimico-fisico delle feci, il peso delle feci delle ventiquattro ore, la ricerca di sangue occulto, esame parassitologico delle feci e il dosaggio anticorpi anti-Tg.

Le manifestazioni della malattia di Crohn comportano una flogosi ridotta in superficie, mentre è più accentuata nelle parti profonde. L’infiammazione più comune è la flogosi granulomatosa, che si rileva nel 60% dei pazienti con morbo di Crohn. L’evoluzione delle lesioni può provocare la fibrosi, che deriva dalla riparazione delle ulcere. Nel Morbo di Crohn si possono avere due tipi di ulcere: quelle aftoidi (sugli strati superficiali) e quelle serpiginose (in profondità).

Il Morbo di Crohn si può presentare in tre modi: Fibrostenosante, Fistolizzante e Infiammatorio.

Quello fibrostenosante presenta cicatrizzazioni (fibrosi) e restringimento del lume (stenosi). Provoca occlusioni nella zona ileale e il rimedio farmacologico è fatto di corticosteroidi. Questo è il caso in cui occorre l’intervento chirurgico. Quello Fistolizzante, invece, provoca fistole, ossia ascessi che fanno comunicare il tratto dell’intestino colpito con altre zone dell’intestino o della cute. Anche in questo caso è richiesto l’intervento chirurgico. Quello infiammatorio, infine, è il caso in cui non si ha l’urgenza di intervenire chirurgicamente come negli altri due casi. In questa malattia non sono presenti fistole o stenosi, ma è possibile che l’infiammazione si trasformi in fistole e stenosi.

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