The young pope: una serie tv fuori dal comune
L’attesa è quasi finita: il conto alla rovescia degli appassionati di fiction televisiva è ufficialmente iniziato. A partire dal 21 Ottobre andranno in onda le prime puntate di ″The young pope″, serie tv diretta da Paolo Sorrentino ed interpretata da Jude Law e da Silvio Orlando: su Sky Atlantic verranno proposti con cadenza regolare tutti e dieci gli episodi, ognuno dei quali dura circa un’ora, che vanno a comporre questa mini-serie così quotata e così ben recensita.
I pochi che hanno potuto godere delle prime due puntate della serie tv ″The young pope″, trasmesse in anteprima in occasione della Mostra del Cinema di Venezia, hanno gridato al miracolo, affermando con convinzione che Paolo Sorrentino ha colpito ancora una volta nel segno.
Secondo i giornalisti, questa produzione si caratterizza per la sua trama articolata, per la profondità degli argomenti trattati, per la puntuale delineazione dei personaggi (punta di diamante della filmografia del regista partenopeo) e per una fotografia accattivante che ricorda la meravigliosa resa scenica de ″La grande bellezza″, film con cui Sorrentino è riuscito ad aggiudicarsi l’Oscar per il ″Miglior film straniero″. Anche la recitazione dei principali interpreti non ha mancato di suscitare il plauso della critica.
Pio XIII: un papa unico del suo genere
Il protagonista della serie tv ″The young pope″ è Lenny Belardo, prelato newyorchese che riesce a scalare la gerarchia ecclesiastica fino a diventare pontefice. Questo personaggio è stato portato sul grande schermo dal bellissimo Jude Law, uno degli attori più prestanti della sua generazione. Appare subito evidente, quindi, che questo particolare papa è davvero differente dall’immagine che siamo abituati ad attribuire al Santo Padre: Pio XIII, questo il nome con cui Belardo verrà inscritto nel ″Libro dei papi″, è affascinante, ironico, abile e macchinatore.
La sua principale caratteristica è quella di esser un anticlericale convinto: il papato, per lui, non è una missione divina ma una professione umana da svolgere usando armi prettamente secolari. Il nostro protagonista è una specie di Frank Underwood (personaggio principale della celebrata ″House of Cards – tutti gli intrighi del potere″) che veste l’abito talare.
Habemus papam
Come la storia ci insegna, molti papi hanno gestito il potere in modo feroce e spietato, più come dei sovrani assoluti che come degli uomini di Chiesa: anche Pio XIII si inserisce pienamente in tale filone e sfrutta tutte le proprie capacità per perseguire i suoi scopi.
Ma come è riuscito un cardinale statunitense, bello come un divo del cinema, piuttosto giovane (Lenny Belardo sale sul soglio pontificio a soli 47 anni) e privo di appoggi politici a diventare l’uomo più potente della cristianità.
Innanzitutto la sua nomina deriva da un grave errore di valutazione del Conclave: i cardinali elettori hanno ritenuto in massa che proporre la candidatura di un outsider, così giovane ed inesperto, avrebbe dato grande potere alle alte sfere del papato.
Era opinione comune, infatti, che un ecclesiastico di questo tipo potesse essere facilmente controllabile e governabile da cardinali ben più navigati di lui. Fin da subito appare evidente che il Conclave ha davvero fatto i conti senza l’oste: Lenny Belardo è un fine stratega di raffinata intelligenza e spiccata lungimiranza. Manipolarlo non sarà affatto semplice.
I rapporti con la Chiesa
Il nostro affascinante pontefice fin da subito ha rapporti molto tesi con le alte sfere della Chiesa: Pio XIII vuole affermare fin da subito chi è che comanda in Vaticano e quanto gli alti prelati debbano abbassare la testa al suo cospetto.
Il giovane papa ha una personalità lunatica e capricciosa e mette in atto vere e proprie stranezze che difficilmente è dato riscontrare in un Santo Padre: fuma come un turco, fa colazione esclusivamente con Diet Coke al gusto fragola e costruisce intorno alla sua persona un vero e proprio alone di mistero proibendo in modo assoluto la divulgazione della sua immagine.
Inoltre è un vero e proprio dittatore che si fa confessare dai suoi sottoposti i loro più scabrosi segreti per poi utilizzarli a suo piacimento: la sua egomania, infine, lo porta ad essere lunatico ed imprevedibile: i suoi castighi possono essere incredibilmente crudeli, la sua misericordia può essere estremamente clemente.
In particolare il nostro protagonista si scontra in modo sotterraneo ed aperto al contempo con il Segretario di Stato Cardinal Voiello, l’uomo che padroneggia in modo perfetto tutti gli aspetti della realtà vaticana: il rivoluzionario pontefice sogna di sostituirlo con la fedelissima Sorella Mary, la suora che l’ha cresciuto nell’orfanotrofio in cui ha passato l’infanzia. Se così fosse, la religiosa statunitense sarebbe la prima donna a ricoprire un ruolo di rilievo all’interno della gerarchia ecclesiastica.
I nomi coinvolti
Il segreto dell’apprezzamento riscosso dalla serie tv ″The young pope″ risiede sicuramente nell’ottimo livello dei nomi coinvolti nel progetto. L’intero telefilm è stato ideato, scritto e diretto da Paolo Sorrentino, regista napoletano che negli ultimi anni ha dimostrato il proprio valore al mondo intero con film come ″Il divo″, ″Le conseguenze dell’amore″, ″This Must Be the Place″ e ″La grande bellezza″.
Se il giovane papa, inoltre, è stato interpretato dal celebre Jude Law, anche gli altri attori che vanno a comporre il cast non sono di minor valore: il Cardinale Voiello ha il volto del nostro Silvio Orlando, attore partenopeo che ci ha regalato nel corso della sua brillante carriera interpretazioni davvero indimenticabili. Sister Mary, invece, viene resa sullo schermo dalla grandissima Diane Keaton, musa ispiratrice di Woody Allen ed attrice dalla bravura incommensurabile.
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